venerdì 29 maggio 2020

Step #18 Cronaca: Nessun collaudo alla stazione dell'alta velocità di Afragola.


Il 6 giugno del 2017 venne inaugurata la stazione ferroviaria di Napoli Afragola sulla linea ad alta velocità Roma - Napoli. Essa è collocata nel centro del territorio comunale di Afragola (Na) e copre un ampio bacino di utenza regionale della città metropolitana di Napoli alla provincia di Caserta. L’impianto è stato giudicato dalla BBS e dalla CNN tra le migliori costruzioni nel mondo del 2017.
Afragola, stazione TAV.[*]
Si pensava che a cavallo della stagione estiva il nodo ferroviario avrebbe incrementato e agevolato gli spostamenti dei passeggeri che raggiungevano le mete delle loro vacanze, ma le cose non andarono nel verso giusto.
Solo tre settimane dopo l’inaugurazione, l’amministratore delegato di Rfi (Rete ferroviariaitaliana) fu sentito in Procura come teste.
La Procura di Napoli, infatti aprì un fascicolo per “truffa aggravata e malversazione ai danni dello Stato per il mancato collaudo statico della stazione dell’ Alta Velocità di Afragola”.
Secondo le ipotesi del pm, l’inaugurazione sarebbe avvenuta in fretta e furia a cantieri ancora in corso, con alcune vie di fuga inaccessibili e in assenza di un collaudo valido. 
Tutto questo per consentire l’incasso di finanziamenti del governo e di premi di produzione
per i dirigenti della Rif.



Stazione dell’alta velocità di Napoli Afragola.[**]


L’accusa emerse da alcune intercettazioni: a distanza di un mese dall’inaugurazione i dirigenti iniziarono a preoccuparsi dei possibili danni che un mancato collaudo avrebbe potuto recare alla sicurezza dei passeggeri, tanto che nell’ufficio tecnico comunale di Afragola si avvertì chiaramente fra i responsabili (tra i quali il sindaco della città) la consapevolezza del rischio corso a causa dell’assenza del  collaudo statico.


L’ufficio della magistratura indagò inizialmente su una decina di persone e la Procura contestò ad altri indagati il falso ideologico dei collaudi assenti o irregolari, e continuò a richiedere il sequestro della stazione, rigettato più volte da gip.



Riferimenti:
[*]Fonte immagine.
[**]Fonte immagine.

Step #17 Un abbecedario per collaudare...



             A    come       Aeroplano
             B    come       Barca
             C    come      Costruzioni
             D    come      Diagnosi
             E    come      Efficienza
             F    come      Funzionamento
            G    come      Generale
            H    come      Hangar
            I     come       Impianti            
            L    come       Licenza
Airplane hangar disign. (Fonte immagine)
           M   come       Macchina
           N    come       Nuovo
           O    come       Opera
           P    come       Prestazione
           Q    come      Quadro
           R    come      Requisiti
           S    come       Strumento
           T    come      Testare
           U    come      Utilizzo
           V    come      Verificare
           Z    come       Zona

Step #16 Un protagonista...


Colonnello Fiore, ho qualche dubbio sul funzionamento di alcuni organi del paracadute Freri ed in particolare del sistema di tranciamento.
Perciò ho deciso di provarlo io stesso domattina.
Nel caso di esito sfavorevole ritengo che si dovrebbe portare il comando dell'apertura più verso il centro, oppure sostituirlo con un anello da tirarsi colla destra, come sul tipo Irving. Nel complesso il paracadute è buono ma il suo prezzo per la nuova serie di 1000 dovrebbe essere ridotto a Lire 7.000
                                                                                                                  Alessandro Guidoni.

Biglietto scritto da A.Guidoni 
per il colonnello Fiore.[*]

                                                                        Questo biglietto fu trovato dal colonnello Amedeo Fiore, capo della divisione aeromobili del genio aeronautico, sul suo tavolo da lavoro la mattina del 27 aprile 1928.


Il mittente era Alessandro Guidoni, a quell’epoca già generale capo del Genio aeronautico, che volle portare avanti un collaudo sapendo che non avrebbe avuto l’esito sperato.





Guidoni nacque nel 1880 a Torino, fin da ragazzo dimostrò un’eccezionale mente tecnica, a 23 anni si laureò in ingegneria industriale al Politecnico di Torino ed entrò nel corpo navale del Genio della Regia marina.
Dopo aver conseguito la seconda laurea in ingegneria navale e meccanica, per quanto marinaio, la sua passione era l’aviazione e decise di dedicarsi al volo. Nel 1923 passò all’arma azzurra e venne promosso al grado di generale, diventando comandate del Genio aeronautico.
Progettò e costruì una speciale versione idrovolante di un biplano e, ottenuto il brevetto di pilota, decise di collaudare la sua invenzione compiendo il primo volo italiano con idrovolante.


05/11/1911 Primo volo in Italia 
di un idrovolante.[**]
Egli sosteneva che gli ingegneri avrebbero dovuto collaudare i loro prototipi e non lasciare ad altri l’emozione di testare un loro personale progetto. Una convinzione che porterà avanti con coerenza e determinazione e che quella mattina del 27 aprile del 1928 gli costerà la vita.

Aveva lasciato il biglietto sopra citato la notte prima del collaudo del paracadute Freri, lo stesso ingegnere non era convinto del progetto e aveva parecchi dubbi sul suo funzionamento. Decise comunque di procedere col collaudo avvenuto nei pressi dell’aeroporto di Montecelio. L’esperienza ebbe esito negativo, le vele del paracadute non si aprirono e Gaudoni in caduta libera si schiantò al suolo.

Poche ore dopo aver letto le parole dell’ingegnere, il colonnello Fiore ricevette la notizia dell’incidente. Nel 1935 la cittadina nei pressi della base sperimentale venne battezzata Guidonia.
Alessandro Guidoni viene ricordato come uomo duro con se stesso, rispettoso dei suoi collaboratori e sempre pronto a svolgere il suo incarico. Come riconoscimento per la sua dedizione gli fu tributata la prima medaglia d’oro al valore aeronautico. Proprio dalle parole scritte per il colonnello possiamo capire la sua grandezza: pur consapevole del fallimento del collaudo fornisce le ultime indicazioni tecniche affinché un altro collaudatore, dopo di lui, potesse portare a termine la prova con l’esito sperato.



Riferimenti:

mercoledì 20 maggio 2020

Step #15 Nel novecento: tragedie dei collaudi dei veicoli spaziali.

20 luglio 1969. Una data storica, il coronamento di un sogno millenario: per la prima volta due esseri umani raggiungono la superficie lunare, furono Neil Armstrong e Buzz Aldrin a compiere i primi passi sulla Luna. La loro discesa spaziale è stata seguita da oltre un miliardo di persone.
La missione Apollo 11 è stata preceduta da tanti tentativi che in fase di collaudo si sono rivelati fallimentari, per questo Aldrin, Armstrong e Collins sono stati accolti come eroi una volta rientrati sulla Terra.
Non fu una passeggiata: per arrivare alla Luna gli Stati Uniti finanziarono vari progetti spaziali e sacrificarono tante vite in incidenti, incendi e esplosioni durante l’addestramento delle missioni e i collaudi dei veicoli spaziali.

Apollo 1.
Le tute carbonizzate dei tre astronauti 
morti durante il collaudo dell’Apollo 1.[*]
La tragedia dell’Apollo 1 risale a due anni prima dell’allunaggio: era il 27 gennaio 1967 quando ci fu il primo collaudo, a terra, del conto alla rovescia in cima alla rampa di lancio. I tre astronauti Grissom, White e Chaffee erano entrati nella capsula Apollo per una simulazione completa in vista del volo spaziale programmato per il mese successivo.
Il collaudo inizia con alcuni problemi di connessione  tra gli astronauti in cabina e quelli presenti nella centrale. Il razzo vettore era completamente svuotato del propellente quindi non ci sarebbe dovuto essere alcun pericolo. D’improvviso si sentirono le urla dei tre che chiedevano di essere tirati fuori dalla capsula a causa di un violento incendio, ma quando arrivarono in loro soccorso li trovarono morti nelle loro tute: avevano cercato di forzare il portellone ma vennero intossicati dalle esalazioni velenose.

Sojuz 1 e Sojuz 2.
A distanza di un paio di mesi anche l’Unione sovietica, in competizione con gli USA nella corsa allo spazio, portò avanti alcune missioni che dovette poi pagare in termini di vite umane. Nell’aprile del 1967 l’agenzia spaziale sovietica collaudò il primo piano rendezvous: la Sojuz 1 e la Sojuz 2 lanciate a un giorno di distanza si sarebbero dovute unire per fare uno scambio di equipaggio in volo per poi atterrare con gli equipaggi invertiti.
Al comando della Sojuz1 ci fu Vladimir Komarov, lui stesso sapeva che la navicella non era pronta per il collaudo, ma accettò comunque di procedere con la missione che gli sarebbe costata la vita. Infatti poco dopo il lancio iniziarono i problemi: uno dei pannelli solari non si aprì lasciando la capsula a corto di energia elettrica. Komarov tentò un cambio di orbita ma i problemi all’interno della Sojuz aumentarono, venne annullato il lancio del giorno successivo della Sojuz 2 e gli fu ordinato di rientrare sulla Terra. 
Resti della Sojuz in seguito all’incidente
avvenuto in fase di collaudo.[**]
Dopo la diciannovesima orbita effettua la manovra per rientrare in atmosfera, non senza problemi: la capsula era completamente in caduta libera, il paracadute pilota si aprì ma quello secondario non si dispiegò. La Sojuz impattò al suolo terrestre a più di 140 km/h causando una forte esplosione che uccise Vladimir Komarov all’istante.
Nel 1967 la Luna sembrava lontana, dopo le tragedie sia USA che URSS incrementarono le misure di sicurezza in campo di esplorazione spaziale e aumentarono i collaudi da effettuare a terra. Solo così i velivoli, dopo aver superato tutti i test, sarebbero stati pronti per il lancio ed entrare così nella storia.



Riferimenti:
[[*]Fonte immagine.
[**]Fonte immagine.

sabato 9 maggio 2020

Step #14 La locomotiva a vapore.


Il 1800 è senza dubbio il secolo delle grandi invenzioni: si apre con la pila di Volta e si conclude con il cinema dei fratelli Lumière. Le innumerevoli e importanti scoperte condurranno l’Europa verso la seconda rivoluzione industriale (1865-1900) e in questi anni si assisterà a un forte sviluppo della rete ferroviaria, alla costruzione di grandi mezzi di comunicazione, di mezzi di trasporto a vapore fino all’introduzione di macchinari moderni in uso ancora oggi.

Stephenson guida la sua locomotiva verso
 Darlington, 27 settembre 1925.[*]
Un grande esempio della tecnica ferroviaria è la locomotiva a vapore di George Stephenson realizzata nel 1814. Questi è considerato a tutti gli effetti “il padre delle ferrovie a vapore britanniche”. Dopo aver costruito più di sedici locomotive, nel 1821 si dedicò all’eminente progetto della ferrovia tra Stockton e Darlington e nel 1825 concluse la locomotiva che avrebbe inaugurato la nuova linea ferroviaria.
Il primo collaudo avvenne il 27 settembre del 1825: alla guida ci fu Stephenson stesso, che percorse 15 km con un carico di 80 tonnellate alla velocità di 39 km/h.

Durante il collaudo l’ingegnere britannico notò che anche una lieve salita rallentava la velocità dei motori, mentre invece una piccola discesa rendeva quasi inutile la presenza dei freni, capì per questo che le vie ferroviarie necessitano di una zona il più pianeggiante possibile.

Dopo vari successi continuò a dedicarsi ai progetti di altre linee ferroviarie: viene ricordata in modo particolare quella di Liverpool-Manchester, a causa del primo incidente mortale della storia ferroviaria, avvenuto proprio durante il collaudo della linea.
La locomotiva Rocket in preparazione
per la partenza da Liverpool,
15 settembre 1830.[**]
Per l’occasione Stephenson insieme al figlio aveva costruito la locomotiva “Rocket”, la prima a doppi binari. Al viaggio parteciparono importanti personalità del governo britannico, tra le quali il primo ministro. Durante il percorso un parlamentare trovandosi tra i binari e sottovalutando la velocità della “Rocket” fu travolto.
L’incidente fece riflettere sui sistemi di sicurezza della locomotiva: le rudimentali campanelle che ne annunciavano l’arrivo vennero man mano sostituite con sistemi via via più sofisticati per poi arrivare all’impiego del semaforo moderno.

La ferrovia, nonostante il tragico accaduto, ebbe un grande successo e nel giro di pochi anni altri tronchi ferroviari vennero allacciati alla Liverpool-Manchester e attorno a questi si sviluppò la grande rete ferroviaria britannica.



Riferimenti:

mercoledì 6 maggio 2020

Step #13 Nel settecento: Una mongolfiera e tre collaudi.


Il XVIII secolo è ricordato come il secolo dei lumi. In questo periodo tutta l’Europa subisce l’influenza di nuove scoperte; lo sviluppo di alcune tecniche e il progredire della scienza modificano notevolmente la vita quotidiana e saranno questi importanti fattori ad aprire poi la strada alle grandi rivoluzioni.
In questo periodo più che mai si inizia a scoprire l’importanza del collaudo inteso come una necessità, quella di verificare tutto ciò che è stato appena costruito per testarne la funzionalità.

Prima dimostrazione pubblica:
Annonay, giugno 1783.[*]


Un importante esempio ci viene dato dai fratelli Montgolfier inventori del primo aeromobile ad aria calda.
Ci vollero tanti anni di calcoli, esperimenti e modifiche prima di rendere pubblica la loro invenzione.
La prima verifica del funzionamento dell’aerostato avvenne nel 1783. Il collaudo avvenne ad Annonay di fronte a un gruppo di notabili: il pallone sferico volò per circa dieci minuti percorrendo quasi 2 km.





Il secondo collaudo con a bordo
una pecora, un'oca e un gallo.[**]


La notizia del successo arrivò a Parigi, tanto che si cominciò a prendere in considerazione l’idea di effettuare il volo con equipaggio umano.
Gli stessi inventori molto probabilmente decisero di sperimentare il volo con alcuni animali; così a settembre dello stesso anno ci fu un secondo collaudo questa volta a bordo ci furono i primi aeronauti viventi: una pecora, un’oca e un gallo, collocati in un cesto appeso alle corde del pallone.
Anche il secondo collaudo si concluse nel migliore dei modi, durò circa otto minuti e la mongolfiera raggiunge un’altezza di 500 m. 







21 novembre 1783:
il primo "volo umano".[***]




 A seguito di questo successo, i fratelli costruirono un aerostato di 1.700 metri cubi che potesse consentire il volo con equipaggio umano. Il 21 novembre del 1783 Pilâtre de Rozier e il marchese d'Arlandes realizzarono il primo volo libero umano su l’aerostato intitolato alla regina Maria Antonietta. Percorsero in venticinque minuti una distanza di 9 km a una quota variabile intorno ai 100 m di altezza sopra i tetti di Parigi. Fu così che anche il terzo collaudo, il primo con equipaggio umano, venne portato a termine con successo.




Riferimenti:

Step #25 Ricapitolando...

Eccoci qua. Siamo arrivati alla conclusione di questo percorso. L’intento di questo blog è stato quello di scoprire tutto ciò che rigua...